Visita guidata privata dell'area dell'ex ghetto ebraico

Alla scoperta dell'eredità ebraica a Roma

Il nostro itinerario include Isola Tiberina, Portico di Ottavia, Piazza Campitelli, Piazza Margana, Crypta Balbi, Piazza Mattei (cortile del palazzo Mattei-Caetani), Piazza delle Cinque Scholae e Monte de' Cenci.


Info Prenotazione

  • Il nostro itinerario include Isola Tiberina, Portico di Ottavia, Piazza Campitelli, Piazza Margana, Crypta Balbi, Piazza Mattei (cortile del palazzo Mattei-Caetani), Piazza delle Cinque Scholae e Monte de' Cenci
  • Sarete guidati da un esperto in Storia o Storia dell'Arte, Archeologia o Architettura, che vi aiuterà a scoprire Roma.
  • Potete scegliere la vostra lingua preferita, ne abbiamo 5 diverse!
  • Il punto di partenza è l'Isola Tiberina.
  • E' un tour di 3 ore con una guida privata.
  • Il Tour è disponibile da Martedì a Domenica dalle 09:00 alle 17:00, ogni ora
  • I tour deve essere prenotato con due settimane d'anticipo

I biglietti per la Crypta Balbi NON sono inclusi; possono essere prenotati qui

Itinerario

Isola Tiberina

Secondo la leggenda nacque dall'accumulo di fango sul grano lasciato dai Tarquini e gettato dai romani nel Tevere dopo la loro cacciata. Guado naturale, le sue origini sono costituite da roccia vulcanica e depositi alluvionali. Antico luogo di culto dedicata al dio della medicina Esculapio, il cui serpente, portato a Roma da Epidauro per debellare la peste nel 293 a.C. saltando dalla nave che lo trasportava avrebbe indicato il luogo del tempio. In onore di Esculapio l'isola venne foggiata in forma di nave e un obelisco posto al centro simulava il suo albero maestro. Al tempio era annesso il primo ospedale di Roma, la cui intensa attività si è perpetuata fino ai nostri giorni.

L'Isola Tiberina è collegata alla terraferma da due ponti: Il ponte Fabricio, detto dei "quattro capi" per le erme quadrifronti collocate sui parapetti, costruito da Lucio Fabricio nel 62 a.C. si è conservato quasi integro anche se le periodiche piene del Tevere resero necessari vari restauri. L'arco minore serviva a far passare l'acqua quando il fiume era in piena. Fu detto nel Medioevo "ponte dei giudei" per la prossimità del Ghetto. Il Ponte Cestio eretto nel 46 a. C. da Lucio Sestio, è stato in buona parte rifatto verso la fine dell'800.

Portico di Ottavia

A ridosso del teatro Marcello si apre il quadrilatero del Ghetto. Il quartiere istituito da Paolo V nel 1555, fu il luogo in cui gli ebrei vennero rinchiusi fino a quando Roma divenne capitale d'Italia. Il primo atto della nuova libera nazione fu l'abbattimento del vergognoso muro.

Il quartiere, che all'epoca di papa Paolo V contava 1750 persone, nel corso dei secoli era arrivato a contenerne 5000, in condizioni di totale invivibilità e degrado. Il portico d'Ottavia, con il quale il quartiere viene identificato, risale al II secolo a. C.; fu poi completamente riadattato da Augusto e dedicato alla sua amata sorella Ottavia. Ornato di un numero incredibile di capolavori, tra cui trentaquattro statue equestri di bronzo che rappresentavano Alessandro e i suoi generali, opera del famoso Lisippo, fu anche il luogo dove venne esposta la statua di bronzo raffigurante Cornelia, la madre dei Gracchi, prima statua femminile esposta in pubblico.

Va immaginato come un vero e proprio centro culturale dell'antica città. A partire dal X secolo, il portico e gli archi del Teatro di Marcello divennero sede di attività commerciali e artigianali, che furono all'origine del trasferimento in questa zona degli ebrei, costretti ad abbandonare Trastevere, impoverito nel corso del Medioevo. In questa zona gli ebrei godevano della protezione delle potenti famiglie romane: i Mattei, i Cenci, i Pierleoni. Il ghetto è stato teatro di una delle più amare pagine della storia recente: la notte del 16 ottobre del 1943 i nazisti rastrellarono e deportarono mille persone tra uomini donne e bambini. Solo sedici uomini ed una donna fecero ritorno dai campi di sterminio.

Piazza Campitelli

Fino al 1871 questa piazza si chiamò "di S.Maria in Campitelli" dall'omonima chiesa e più anticamente anche "piazza Capizucchi", dal palazzo di questa famiglia romana che qui sorge. La chiesa venne riedificata da Alessandro VII sulle rovine di un'altra assai più antica (consacrata nel 1217) per sciogliere il voto della città liberata dalla peste del 1659. Architettata da Rainaldi, vi fu posta un'immagine della Madonna che si trovava prima nel Portico di Ottavia, donde l'appellativo di "S.Maria in Porticu". La fontana posta a lato della chiesa fu disegnata da Giacomo Della Porta nel 1589 ed eseguita dallo scalpellino Pompilio De Benedetti.

Il lato della piazza antistante la chiesa è costituito da un complesso costituito da tre palazzi distinti, divisi tra loro da una linea di bugnato: all'estrema sinistra, contrassegnato dal civico 1, è situato palazzo Cavalletti, costruito nel Cinquecento per la famiglia De Rossi, ricchi calcografi romani; nel Seicento passò ad un ramo dei Cavalletti, nel quale si estinsero i De Rossi, che lo fecero ristrutturare e decorare. Al centro del complesso, con il civico 2, si trova invece palazzo Albertoni Spinola, iniziato da Giacomo Della Porta ma completato da Girolamo Rainaldi nel primo decennio del Seicento per la famiglia Albertoni, su un'area dove i nobili romani già possedevano alcune case appositamente demolite. Alla destra, infine, con il civico 3, è situato palazzo Capizucchi, costruito nel 1580 da Giacomo Della Porta per i Capizucchi, anche questo su vecchie case possedute dalla famiglia ed appositamente demolite. Questa famiglia, presente a Roma dalla metà del Quattrocento, vantò molti cardinali, vescovi, senatori e conservatori in Campidoglio, alcuni dei quali abitarono in questa casa fino al 1813, anno della loro estinzione.

Piazza Margana

Il complesso edilizio costituito da un corpo di fabbrica intorno ad una torre mozza si è venuto sviluppando tra il Trecento e il Cinquecento ed apparteneva alla potente famiglia baronale dei Margani. Le origini di questa nobile famiglia romana risalgono al XII secolo, anche se il primo della famiglia di cui si ha notizia è Giovanni che nel 1305 acquistò questa torre da Andrea Mellini. Questo complesso ha la sua parte più antica nella torre in laterizio, originaria del XIV secolo, anche se con aggiunte posteriori, che si erge su una base che ingloba resti di un porticato romano, del quale compare una colonna con capitello ionico. La torre, con le sopraelevazioni effettuate, ha perduto buona parte del suo slancio iniziale, ridotto altresì da un crollo avvenuto nel XIV secolo. Fra la porta d'ingresso e la finestra del primo piano sono inseriti nel muro due frammenti romani, uno raffigurante un'aquila e l'altro un motivo floreale.

La torre è suddivisa all'interno in tre piani; sul lato che si affaccia sulla via si osservano tre finestre, anche se dall'acquarello di E. Roesler Franz si può notare che la finestra al primo piano un tempo non esisteva, mentre l'ultima finestra in alto occupava il vano, ora murato, d'un ampio finestrone ad arco, al pari dell'unica finestra che si affaccia sul lato settentrionale, inserita in una bella cornice laterizia. Singolare il portone al civico 41, incorniciato con elementi architettonici antichi; da notare che il portone, nell'acquarello del Franz, era sormontato da una scritta che giustifica il foraggio che si vede sparso lungo la via: "Albergo per Cavalli Vetture e Carretti". Proprio di fronte all'ingresso, in una sera del 1480, Pietro Margani cadde assassinato per mano di Prospero Santacroce, in una faida medioevale tra queste due famiglie che caratterizzò tutto il secolo. Il cortile a destra della torre presenta una loggia, aggiunta nel Quattrocento, con archi chiusi successivamente. Il restante complesso situato a sinistra della torre è invece cinquecentesco, al quale si accede attraverso un bel portale a bugne, al di sopra del quale è ricavata una terrazza tra i due avancorpi dell'edificio.

Crypta Balbi

La Crypta Balbi è un museo unico nel suo genere. E’ la quarta delle sedi del Museo Nazionale Romano, con Palazzo Massimo, Palazzo Altemps e le Terme di Diocleziano. La Crypta Balbi era in origine un vasto cortile porticato annesso al teatro che Lucio Cornelio Balbo aveva eretto per volere di Augusto alla fine del I secolo a.C. Rappresenta una straordinaria testimonianza dell’evoluzione della società romana e del paesaggio urbano dall'antichità al XX secolo. Vent’anni di scavi e ricerche hanno portato alla luce una serie di trasformazioni e riusi dello stesso monumento e aiutano a comprendere i costumi sociali e le attività economiche durante l’oscuro periodo che segna il passaggio dall’antichità al Medioevo.

Il museo si trova nella parte del complesso edilizio restaurato tra via delle Botteghe Oscure e via M. Caetani, che comprende il "dormitorio barberiniano" e due case di origine medievale che si affacciano su via delle Botteghe Oscure. La visita comprende una esposizione su tre piani ed un percorso fra vari edifici. Insieme ai materiali recuperati negli scavi della Crypta, come vasellame di varie epoche, utensili e frammenti architettonici, sono esposti anche reperti provenienti dalle collezioni storiche del Museo Nazionale Romano (antichità del Museo Kircheriano, collezioni Gorga e Betti, Medagliere). Sono stati da poco aperti ai visitatori gli scavi dell’esedra del teatro dove si possono individuare i vari riutilizzi del luogo. Sono inoltre visitabili le cantine, dalle quali si possono osservare le strutture della cripta e di un monumento destinato alla distribuzione gratuita del grano (Porticus Minucia) con gli ampliamenti medievali.

Piazza Mattei

Una delle cinque porte del ghetto era situata alla fine di Via della Reginella, suggestiva stradina del quartiere che termina in Piazza Mattei. I Mattei, importante famiglia medievale, avevano il controllo del Tevere all'altezza dell'isola Tiberina, zona che permetteva l'egemonia sull'intera riva sinistra del fiume.

Sulle rovine del teatro di Balbo, i cui materiali vennero ampiamente riutilizzati,la potente famiglia fece erigere il primo importante edificio di quella che a metà del Cinquecento venne definita Isola Mattei.

Gli interventi edilizi di questa, come di altre famiglie romane, denotano un grande potere economico derivato dalle attività mercantili, per sviluppare le quali si avvalsero di esperienza e capacità della comunità ebraica, offrendo in cambio la necessaria protezione.
Al centro della piazza è collocata una delle fontane più eleganti di Roma, la Fontana delle Tartarughe, realizzata su un progetto di Giacomo della Porta alla fine del Cinquecento e al quale Bernini aggiunse le Tartarughe nel 1658.

Piazza delle Cinque Scholae

Il nome porta il ricordo del palazzetto delle Cinque Scale o Sinagoghe che sorgeva in questo punto, e che scomparve con la ricostruzione. Uno dei divieti del tempo del ghetto consisteva nella proibizione di avere più di una sinagoga, indipendentemente dal numero degli ebrei e soprattutto senza tener conto della estrema varietà di provenienze (catalani, aragonesi, siciliani e altri). La difficoltà fu in parte aggirata comprendendo all'interno di un unico palazzetto, locali diversificati per i diversi gruppi.

Monte de' Cenci

Roccaforte arcigna della celebre famiglia romana, sui resti degli edifici di testata del Circo Flaminio, ancora mostra, nella piccola piazza su cui affacciano i diversi edifici della famiglia e la chiesa di San Tommaso de' Cenci, il carattere di "quartiere" privato, familiare.

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